Quale viaggio può essere migliore di quello che attraversa le distillerie con gli alambicchi che riposano con i magazzini dove i barili respirano al ritmo del vento sembrando che quasi spicchino il volo. Con chi fare questo viaggio… se non con chi seguirà dopo di noi raccontando e tramandando le nostre storie i nostri insegnamenti.
Pensiero stupendo che ha invaso la mia mente al primo sorso di questo whisky
di 32 anni, ho ricordato i viaggi con papà ed ho sognato i viaggi che farò da papà.
Dal naso caldo, rassicurante un po’ paterno appunto. Cereali che scoppiettano sentori di fieno bagnato e frutta matura ci accarezzano e ci preparano ad un secondo movimento ricco di fiori resina e foglie autunnali. In bocca la pace il senso dell’essere appagati come un bambino sul seggiolone in quel frangente tra l’ultimo cucchiaio ed il pisolino del pomeriggio. Sazi della dimensione e dell’equilibrio alcol, legno e tempo che soli questi millesimi di invecchiamento sanno dare, prepariamoci a scovare i toni che si nascondono tra gli interstizi di quest’opera d’arte. Frutta sciroppata, pane appena sfornato, pasta in lievitazione fino al forno che si riscalda con la prima legna. Il tutto attraversa il palato con eleganza lasciandosi alle spalle un brusio uno shhhhh che ci accompagnava nei nostri pisolini da infanti.

Non sapremo mai l’amore dei nostri genitori fino a che non diventiamo genitori.